MICAM 2013: TRA NUOVE OPPORTUNITÀ PER GLI IMPRENDITORI MARCHIGIANI E LOTTA ALLA CONTRAFFAZIONE

Si è aperta l’altro ieri a Milano l’edizione 2013 del MICAM, il salone internazionale del settore calzaturiero organizzato dall’Associazione Nazionale Calzaturifici Italiani, presieduta dal marchigiano Cleto Sagripanti. Principale punto di riferimento per i produttori Italiani ed internazionali di calzature, il MICAM vede anche quest’anno una consistente (e forse prevalente) partecipazione di imprenditori marchigiani (circa 300 su  un totale di 1936 espositori provenienti da tutto il mondo).

Un appuntamento importantissimo per capire in che direzione si muoverà il mercato internazionale della calzatura, con particolare attenzione ai Paesi Arabi ed all’estremo oriente, prima fra tutti la Cina, su cui i distretti calzaturieri italiani (e soprattutto marchigiani) stanno puntando molto, forti dell’elevata qualità manifatturiera apprezzata in tutto il mondo; non a caso si terrà proprio in Cina, il prossimo mese di aprile, la prima edizione estera del MICAM (“Micam-Shangai”).

Un ottimo spunto, inoltre, per fare il punto sulla lotta alla contraffazione nel comparto della calzatura. Secondo il primo rapporto di IPERICO, il servizio di statistica elaborato dall’Ufficio Italiano Marchi e Brevetti in collaborazione con l’Agenzia delle Dogane, nel periodo 2008-2011 si è registrata un’inversione di tendenza nella quantità di sequestri eseguiti: dai 2.828 del 2008 (con un picco di 3.402 nel 2009), si è passati a complessivi 1.447 sequestri nel corso dell’anno 2011 (con un totale di 12.825.282 pezzi sequestrati nel quadriennio. Solamente nella Regione Marche sono state 230.087 le paia di calzature contraffatte sottoposte a sequestro tra il 2008 ed il 2011, per un valore stimato di circa € 5.300.000,00).

Questi risultati dimostrano una tendenza al generalizzato calo del fenomeno della contraffazione, con particolare riferimento al comparto calzaturiero. Che si tratti di un effetto, diretto o indiretto, delle ultime iniziative legislative di contrasto?

Come noto, la Legge 23.7.2009, n. 99 (così detta “Legge Sviluppo 2009”), ha introdotto importanti direttive per il rafforzamento della lotta alla contraffazione, tra le quali vale la pena ricordare: 1) la modifica dell’art. 473 c.p. in materia di contraffazione e alterazione di marchi e disegni e modelli, il quale prevede ora sanzioni più severe (sino a 4 anni di reclusione per le condotte più gravi); 2) la modifica in senso più stringente dell’art. 474 c.p. in materia di importazione/commercializzazione di prodotti recanti false indicazioni sulla loro provenienza; 3) l’introduzione dell’art. 517 ter c.p. che prevede la punibilità con la reclusione fino a 2 anni di chiunque fabbrica o importa o pone in vendita beni realizzati usurpando un titolo di proprietà industriale o in violazione dello stesso, anche se non vi sia stata contraffazione o alterazione di marchi o brevetti; 4) l’introduzione dell’art. 517 quater c.p.c., il quale punisce con la reclusione fino a 2 anni la contraffazione/alterazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine di prodotti agroalimentari, nonché la loro importazione o commercializzazione; 5) l’estensione della responsabilità amministrativa delle Società anche ai reati di contraffazione, di violazione del made in Italy, dell’usurpazione di titoli di privativa ed alle violazioni del diritto d’autore; 6) la previsione della sanzione della confisca dei beni in caso di reati di contraffazione (art. 474 bis c.p.).

Attendiamo di vedere i dati del 2012 per poter capire se le contromisure adottate siano alla base di questa inversione di tendenza o se, molto più semplicemente, la dilagante crisi economica abbia colpito anche il business dei contraffattori.

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